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La statua di Giulio Cesare
Nel 1911 Corrado Ricci, allora Direttore Generale delle antichità e belle arti teorizzava «l’isolamento e la redenzione dei resti dei fori imperiali», sostenendo che il progetto avrebbe portato «un minimo di demolizioni e un massimo di risultato archeologico e monumentale» ma tale progetto cominciò ad attuarsi solo nel marzo del 1924 per volontà di Benito Mussolini ed il primo colpo di piccone sui muri “scorticati e lerci” del Foro di Cesare, fu dato il solo il 3 gennaio 1932. Il Foro riscoperto fu inaugurato il 21 aprile 1932 alla presenza di Cesare stesso, infatti per l’occasione Mussolini aveva fatto realizzare una copia della statua loricata di Giulio Cesare di età traianea, conservata nel Palazzo Senatorio in Campidoglio, che venne inizialmente calata e posta nel Foro, per poi trovare posto lungo Via dell’Impero, insieme alle statue di Augusto, Nerva e Traiano.

Nel marzo del 1933 durante un viaggio a Roma, Don Domenico Garattoni suggerì a Mussolini di donare a Rimini una copia della statua, dicendogli «Senta Eccellenza, perché non dona a Rimini una statua di Giulio Cesare simile a quella che ha voluto sulla Via dell’Impero?» e Mussolini esclamò risoluto: «Già! lì ci starà bene».
Il 13 aprile del 1933 il Podestà Palloni ringrazia con un telegramma il Duce per il dono e costui gli risponde: «La statua di Giulio Cesare che ho deciso di offrire alla vostra città sarà eguale a quella in bronzo che sorge in Via dell’Impero. Se possibile, la innalzerete sulla colonna dalla quale Giulio Cesare parlò ai militi della XIII legione dopo che — tratto il dado e varcato il Rubicone — ebbe deciso la marcia su Roma. Ogni anno agli Idi di marzo voi avrete cura di adornare con fiori la statua del fondatore dell’Impero Romano».

La statua giunge a Rimini il 27 giugno e viene posizionata in Piazza G. Cesare (poi Tre Martiri) alla base della Torre dell’Orologio, ma su un nuovo basamento, non sul suggestum ovvero la colonna dalla quale Cesare parlò ai soldati della XIII: lo impedivano l’eccessivo peso della scultura e il precario stato di conservazione del cippo. Viene così inaugurata il 10 settembre dello stesso anno, alla presenza di Emilio Bodrero, di Francesco Grazioli e di tutta la città, opportunamente decorata per l’occasione.

A partire dal 15 marzo del 1934 per i successivi 8 anni, in occasione delle Idi di marzo. la statua di Cesare viene ornaggiata di doni floreali, ma dal 1942 al posto dei fiori, Cesare riceve bombe, fino a che nel giugno del 1945 non è caricata su un grosso carro d’agenzia e trasportata dai Vigili in un capannone dell’Acquedotto. Nel 1951 riemerge per essere collocata nei pressi dell’Arco d’Augusto, ma inspiegabilmente viene invece sotterrata nel greto del Marecchia, ad alcune centinaia di metri dal primo luogo di ricovero, dove viene casualmente scoperta dai militari della 35° Artiglieri nel giugno 1953 e trasferita nella Caserma Giulio Cesare, presso la quale si trova ancora oggi.

(Cristina Ravara Montebelli - da "Guida alla mostra documentaria Alea Iacta Est. GIulio Cesare a Savignano sul Rubicone")

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