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Quale Rubicone?

"Iacta alea est" è secondo Plutarco e Svetonio le più antiche fonti ad avercela tramandata — la celebre frase esclamata da Cesare prima di passare il Rubicone, il fiume-confine fra il territorio di Roma e la provincia affidatagli, la Gallia, che nessuno, comandante o semplice soldato, poteva attraversare in armi senza essere considerato nemico di Roma. La "pretesa Sanzione Romana” o Decreturn Rubiconis, che sanciva tale divieto e che era scritta in una lapide posta nei pressi del fiume Pisciatello, non è di epoca romana ma fu “ideata” da Vincenzo Ognibene da Longo (Vincentius Omnibonus) ed inserita nel suo commento alla Pharsalia di Lucano (1. 185), edito per la prima volta a Venezia nel 1475, come spiegazione delle parole parci Rubiconis.

TI fiume nel corso dei secoli mutò più volte sia letto che nome. E’ stato da tempo riconosciuto che il Rubicone storico nasce nei pressi di Strigara nel territorio di Sogliano al Rubicone e che scorre fino a Calisese,più problematica è invece la ricostruzione del suo corso fino al mare.

Per stabilire quale fosse il vero Rubicone e quale il suo primitivo corso, sorsero fin dal lontano 1205 sanguinosi conflitti giurisdizionali, poiché le sue acque segnavano ancora il confine fra le comunità di Rimini e Cesena. Nel corso dei secoli tre fiumi si contesero l’onore di essere il vero Rubicone: il Pisciatello nel territorio di Cesena, il Fiumicino di Savignano e l’Uso di Rimini.

Da politiche le contese, non meno lunghe, divennero letterarie ed ebbero come contendenti, a partire dal XVII sec. il cesenate Scipione Chiaramonti e il riminese Giacomo Villani, mentre nel successivo secolo dei Lumi, Giovanni Bianchi, Pasquale Amati, Gabriello Maria Gustuzzi, ed altri come Pietro Borghesi, Gianangelo Serra e Domenico Vandelli, celati dietro pseudonimi. Quest’ultima contesa letteraria fu talmente fiera da arrivare perfino in tribunale con una causa civile conclusasi solo davanti alla Romana Rota, dopo anni, con la vittoria dei sostenitori dell’Uso.

Nel XIX sec. e all’inizio del XX il dibattito si attestò sul Fiumicino, almeno per quanto concerne il suo tratto inferiore e il 17 ottobre del 1932, accogliendo un’istanza della Rubiconia Accademia dei Filopatridi. il Podestà di Savignano avviò le pratiche affinché la sua città fosse autorizzata a cambiare il nome ufficiale da Savignano di Romagna in Savignano sul Rubicone. Il 4 agosto 1933, a breve distanza di tempo dall’inaugurazione della statua, Benito Mussolini, con Regio Decreto, legittimò il nuovo nome della città e del fiume che l’attraversa, senza però porre fine alle secolari controversie tra gli studiosi.

(Cristina Ravara Montebelli - da "Guida alla mostra documentaria Alea Iacta Est. GIulio Cesare a Savignano sul Rubicone")

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